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Immagine del redattoreLeonardo Mattiello

IL MUSCOLO SCHELETRICO


I DIVERSI TIPI DI TESSUTO MUSCOLARE

Tre diversi tipi di muscolatura:

-la muscolatura cardiaca

-la muscolatura liscia

-la muscolatura scheletrica

Il muscolo cardiaco si presenta di aspetto striato come il muscolo scheletrico ma la sua struttura, benchè di aspetto esteriormente simile, ne differisce sostanzialmente dal punto di vista funzionale. Il muscolo cardiaco d’altronde presenta anche un’analogia funzionale con la muscolatura liscia, ossia quella di non essere soggetto al controllo volontario, possedendo infatti un proprio sistema di controllo di tipo sia nervoso sia endocrino. Una delle sue particolarità essenziali è appunto quella di “autogenerare” il proprio impulso elettrico.

La muscolatura liscia, altrimenti denominata involontaria, dal momento che la sua contrazione non dipende dal controllo cosciente, si trova sostanzialmente nelle pareti dei vasi sanguigni, dove, contrendosi e dilatandosi, regola il flusso ematico, e nelle pareti degli organi interni, dei quali regola la contrazione e il rilasciamento.

La muscolatura scheletrica, denominata anche muscolatura volontaria, per il fatto che, al contrario di quella liscia, la sua contrazione dipende dal controllo cosciente, ha il compito di produrre lo spostamento dell’apparato scheletrico generando il movimento.

LA STRUTTURA DEL MUSCOLO SCHELETRICO

Se operassimo una dissezione anatomica del muscolo scheletrico, dovremmo in primo luogo incidere la membrana di tessuti connettivale che ricopre il muscolo in toto, l’epimisio, al di sotto del quale potremmo notare come siano visibili dei piccoli “pacchetti” di fibre muscolari chiamati fasci, ricoperti a loro volta da un’altra membrana connettivale, il perimisio. Incidendo anche quest’ultimo, arriveremmo alla fibra muscolare, che di per sé costituisce la cellula muscolare; anche la fibra è rivestita da una sua membrana connettivale, l’endomisio, oltre che da un tessuto membranoso di tipo elastico denominato sarcolemma.

Ogni fibra può avere un diametro compreso tra i 10 e gli 80 micrometri. Il numero delle fibre muscolari varia considerevolmente in rapporto alla funzione e alla dimensione del muscolo di appartenenza. La fibra muscolare contiene un certo numero di strutture, le più importanti sono le miofibrille.

LA MIOFIBRILLA

Ogni fibra muscolare è composta da numerose subunità, le miofibrille, che possono variare da qualche centinaio ad alcune migliaia. Le miofibrille a loro volta sono composte da numerose altre subunità, i sarcomeri, che costituiscono il vero “motore contrattile” del muscolo scheletrico.

Il muscolo scheletrico presenta delle classiche alternanze di zone chiare e di zone di aspetto più scuro. Per tale ragione è anche chiamato muscolo striato. Questa particolare striatura è dovuta all’alternanza di bande chiare, chiamate bande I e di bande scure, chiamate bande A. Nel mezzo della banda I è possibile osservare una striatura più scura, la stria Z; la porzione di miofibrilla compresa tra due strie Z costituisce il sarcomero.

E’ possibile osservare all’interno del sarcomero la presenza di due filamenti proteici; l’actina e la miosina, due proteine responsabili della contrazione muscolare.

Nel muscolo, oltre all’actina e alla miosina, esistono altre proteine come la tropomiosina, una proteina fibrillare che circonda i filamenti di actina, e la troponina, una proteina più complessa che si attacca, a intervalli regolari, sia al filamento di actina, sia a quello di miosina. Queste due proteine sono anch’esse implicate nel meccanismo di contrazione muscolare.

LE FIBRE A CONTRAZIONE LENTA

Le fibre a contrazione lenta, di tipo I, fibre toniche, o fibre rosse, per il fatto che alla colorazione istochimica appaiono di colore scuro. Nelle fibre di questo tipo, si osserva, innanzitutto, una maggiore attività degli enzimi specifici del meccanismo aerobico unitamente a una minore attività degli enzimi glicolitici.

Anche la sezione della fibra nervosa è ridotta e la velocità di conduzione assonale del segnale risulta bassa, mediamente di 30-40 m x s, con una frequenza di scarica di circa 30 Hz.

LE FIBRE A CONTRAZIONE RAPIDA

Le fibre a contrazione rapida sono altrimenti denominate, fibre di tipo II, oppure fibre bianche, perché al contrario delle fibre di tipo I, non presentano colorazione quando il campione muscolare viene sottoposto al metodo di colorazione istochimica. Nelle fibre di questo tipo è ancora presente una buona attività degli enzimi aerobici.

LE DIFFERENTI MODALITA’ DI CONTRAZIONE MUSCOLARE

Le modalità attraverso le quali il muscolo scheletrico si contrae sono essenzialmente tre:

-contrazione isometrica

-contrazione concentrica

-contrazione eccentrica

LA CONTRAZIONE DI TIPO ISOMETRICO

Durante una contrazione di tipo isometrico le fibre muscolari si contraggono generando tensione, ma quest’ultima non provoca l’avvicinamento dei due capi articolari che sono sotto il controllo meccanico del muscolo in tensione.

LA CONTRAZIONE DI TIPO CONCENTRICO

In una concentrazione di tipo concentrico l’attivazione del muscolo provoca un avvicinamento di segmenti scheletrici e il conseguente spostamento del carico nei cui confronti venga applicata la forza.

LA CONTRAZIONE DI TIPO ECCENTRICO

La contrazione si verifica nel caso in cui si cerchi di contrastare la forza di gravità che agisce su un di un carico sovra-massimale, e che quindi superi le capacità di forza massimale del soggetto.

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