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  • Immagine del redattoreLeonardo Mattiello

BENEFICI E RISCHI DEL CEDIMENTO MUSCOLARE NELL’ALLENAMENTO CONTRO RESISTENZE


INTRODUZIONE

Il cedimento muscolare è una pratica particolarmente diffusa ed accettata da chi si relaziona abitualmente con i sovraccarichi ed ha come obiettivi l’aumento dell’ipertrofia muscolare e delle performances neuromuscolari. Esso combacia con il punto di momentanea incapacità neuromuscolare; per via del progressivo affaticamento, non si è più in grado di proseguire la serie di lavoro e perciò s’interrompe.

VANTAGGI DEL CEDIMENTO MUSCOLARE

Allenarsi fino al fallimento muscolare permetterebbe di massimizzare il reclutamento delle unità motorie.

Infatti, come espresso dal principio delle dimensioni di Henneman, al sopraggiungere della fatica, soprattutto a carico delle unità motorie (UM) a bassa soglia, incrementerebbe in modo significativo il contributo di quelle ad alta soglia per sostenere la produzione di forza.

Il solo reclutamento muscolare non è sufficiente perché è necessario anche che le fibre muscolari vengono stimolate per un certo periodo di tempo, ossia tempo sotto tensione, come avviene appunto quando si protrae una serie per giungere al cedimento e/o mediante le varie tecniche di lavoro apposite.

SVANTAGGI DEL CEDIMENTO MUSCOLARE

Diverse ricerche hanno suggerito che un allenamento con un numero sub massimale di ripetizioni può suscitare equivalenti guadagni di forza massimale, potenza e attivazione muscolare. L’applicazione del cedimento sembra invece più vantaggiosa per incrementare l’endurance muscolare locale.

Adottare cronicamente e per un lungo periodo di tempo il cedimento muscolare aumenterebbe considerevolmente non solo il tempo necessario per il recupero neuromuscolare e dell’omeostasi metabolica e ormonale, ma anche il potenziale di over-reaching non funzionale e burn-out psicologico, fino al temutissimo sovrallenamento.

Eseguire serie alla massima fatica muscolare volontaria non sempre risulta facilmente fattibile, in quanto presuppone notevoli qualità volitile (che riguarda la forza di volontà), una forte disciplina psico-fisica e mal si adatta a determinate tipologie di esercizi. Naturalmente non va di certo trascurato l’elevato potenziale di rischio di lesioni all’apparato osteo-artro-muscolare come conseguenza della degradazione della tecnica esecutiva.

Per gli individui, all’interno del contesto di un intervento clinico, che potrebbero trarre beneficio dall’aumento della forza e della massa muscolare, ma che sono limitati nell’allenamento o sono intolleranti a qualsiasi risposta infiammatoria ( come si soffre di insufficienza cardiaca cronica, malattia polmonare ostruttiva cronica o sarcopenia), la ricostruzione muscolare sarebbe difficilmente attuabile se li danno, e quindi la risposta infiammatoria, fosse un presupposto indispensabile tenendo conto che già di per sé in soggetti anziani patologici l’infiammazione sistemica cronica può ulteriormente compromettere il metabolismo proteico muscolare.

RACCOMANDAZIONI E APPLICAZIONI PRATICHE

Per la misurazione e quantificazione del grado di fatica percepita in ogni serie è possibile avvalersi di apposite scale come RIR e RFT.

La lettera suggerisce, in via generale, di eseguire almeno alcune serie fino al punto di momentanea incapacità muscolare per trarre benefici ed ottimizzare gli adattamenti muscolari.

ANZIANITA’ DELL’ALLENAMENTO

Soggetti principianti dovrebbero prediligere lavori in buffer e stare lontani da un elevato grado di affaticamento sistemico e locale poiché bisognerà focalizzarsi sul corretto apprendimento dei pattern motori, della tecnica esecutiva degli esercizi e sul miglioramento della gestione delle risorse da parte del sistema nervoso.

STATO DI SALUTE E STILE DI VITA

Soggetti patologici, in linea generale, dovrebbero allenarsi lontani dalla soglia del cedimento soprattutto per via del notevole incremento delle resistenze periferiche e dello scarso ritorno venoso. Soggetti con muscoli indeboliti ed atrofizzati necessitano di sottoporsi ad un esercizio fisico intenso e ad intervalli regolati fino al punto di massima fatica.

ETA’

Soggetti di età giovane recuperano prima rispetto a quelli più anziani quando ci si allena alla massima fatica muscolare e questa differenza si accentua ulteriormente quando il numero di serie sale. Esiste inoltre una certa variabilità interindividuale ( a parità di età), tra i vari esercizi e gruppi muscolari nei tempi di recupero.

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